Prime Esperienze
Tolosa

05.07.2024 |
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"Miguel fa un suono tipico con la lingua per dire all'asina di muoversi..."
L'uomo cammina lungo la strada che va da Toledo a Tolosa, capitale dell' Occitania. Ha appena oltrepassato il bivio a sinistra per Lourdes. Porta alla cavezza un asino biscaglino con un basto leggero. Sulla groppa una donna completamente coperta da un burqa azzurro.La donna oscilla avanti e indietro effettuando una sorta di danza uguale e contraria ai movimenti regolari dell'asina. Da lontano sembrano un solo animale, un carico flessuoso e sensuale come un felino, che fa un singolare contrasto con i movimenti legnosi dell'uomo.
Miguel, 60 anni, non si è mai risparmiato. È duro, abbronzato, veloce, il corpo forte. Conduce la sua piccola carovana fermandosi dove ci sono acqua, ombra e cibo. Miguel ha un pacco ragguardevole nei pantaloni neri, con l' elegante golf bordeaux, tipico dei baschi. Pare il manico di un coltello e magari lo è. Dice solo le parole necessarie e ha per la donna che lo accompagna infinite premure. Esamina con attenzione il posto, sceglie un tavolo, ne prende possesso buttandoci l'enorme basco nero e fa scendere la donna, con molto riguardo, che incute per mimesi analogo riguardo e silenzio attento nei presenti.
Lei sembra una fata. La gente spesso si gira a guardarla. L'unica cosa si riesce a vedere sono le mani, con linee scure di tatuaggi sui polsi, le unghie coperte da uno smalto semitrasparente con un leggero effetto perlaceo, qualche brillìo d'oro, niente altro. Sporge una gamba fasciata e calzata da un azzurro un po' più chiaro.
Quando mangia si toglie il burqa con un gesto elegante e ventoso. Appare così un viso di tale bellezza che gli inesperti ne sono colpiti come da un pugno. Chi si avvicina assume una attitudine ieratica. La presenza di Miguel è sufficiente a suggerire a tutti deferente rispetto.
Lei si lava le mani in una bacinella di acqua calda e aceto. Gli avventori che affollano il locale portano le candele dei loro tavoli sul suo e su quelli vicini. Si crea così una specie di aura luminosa al centro della quale sono le mani della donna a scegliere il cibo in silenzio. Se qualche nuovo venuto entra facendo troppo rumore, lo zittiscono con versi brevi e gesti imperiosi, e lui si conforma immediatamente all'atmosfera. Tutti la guardano mangiare. Alla fine lei si lava ancora le mani nella bacinella cromata, con limoni e ghiaccio, le asciuga con una salvietta di lino bianco, e scompare di nuovo sotto il burqa. Se sente qualche parola di ammirazione, qualche tono di preghiera.
Ma tutte le osterie sono prese. Lentamente si alza e si appoggia al braccio che Miguel é pronto ad offrirle. La prende come se fosse un bambino e la sistema di nuovo sull'asina. La carovana riparte. Ancora una decina di chilometri e saranno alla periferia di Tolosa. Quattro-o cinque ore. Vedranno sorgere il sole.
Miguel fa un suono tipico con la lingua per dire all'asina di muoversi. Non pronuncia mai un nome proprio. La sua attitudine è di comando, ma si rivolge alla sua passeggera come uno schiavo alla sua padrona. La chiama semplicemente: Tolosa. Quasi un nome proprio, ma un ordine e il loro luogo di destinazione. Nel pronunciare «Tolosa » Miguel fa schioccare la maiuscola. Quando lo fa lei si stira come una gatta.
Tia ha 54 anni. Alle 6 di mattina apre la finestra e vede la coppia e l'asina in attesa accampati, appoggiati all'asina che si è posata a terra. Due settimane prima era arrivata una lettera e Tia si è preparata all'arrivo di Tolosa e Miguel. Scende rapida, li riceve in vestaglia, indica loro il bagno turco già caldo, dietro una porta di legno che chiude un corridoio con vasche di marmo grigio, nella prima piccola corte d'ingresso. Da certe grandi finestre incise entra una luce araba. Tia va nella cucina che la separa dal giardino dietro la casa e mette sul tavolo ogni tipo di cibo. Dopo un po' i suoi ospiti arrivano, avvolti in caftani di cotone egiziano mentre i loro panni lavati sono già tutti stesi sul balcone del secondo piano. Il burqa blu mosso dal vento si nota nella strada tortuosa del paese di montagna quando sorge il sole.
Tia è bruttina come viso, ma ha un corpo esercitato. Per molti anni è stata filmata da un pervertito impotente che si divertiva a vederla posseduta da altri e a fotografarla in tutti i modi possibili. Poi un masso cadde da una cima alpina, rimbalzando più volte, rotolando e spezzandosi per finire sulla strada che il pervertito stava percorrendo nella sua mercedes decappottabile bianca. Un frammento di granito da trentotto chili sfondò il sottile strato di tela del tettuccio della spider e lo colpi in piena testa, portandogliela via come una palla di cannone. La macchina si fermò da sola dopo pochi metri, tutta imbrattata di sangue. Ora Tia se ne serve per andare a fare la spesa e, quando c'è, Miguel le fa da autista. In città tutti la conoscono.
Tia si abituò presto alla assenza del marito. Si faceva scopare da tre o quattro e usava gli annunci economici per arpionare gli amanti. Per qualche anno si fece mantenere da quelli, controllando con abilità le pretese di ognuno. Dopo questo, aveva intrapreso una attività da mezzana e tenutaria di stanze dove giovani donne potevano mettere insieme di che campare. Era stata lei a mandare da Miguel la ragazza che aveva visto nascere e ora tornava donna. Esercita la sua professione con competenza riconosciuta. Alcune autorità, compreso il prefetto, sono suoi clienti fissi e le garantiscono vita tranquilla.
Le due donne si guardano. Tia, con l'aria di chi sta facendo un esame, guarda Tolosa e le si avvicina, la bacia in fronte e le annusa la testa. Tolosa si fida di lei, che l'ha tenuta in braccio bambina. Tia le sfila il caftano lasciandola completamente nuda e la invita a mostrarsi a lei girandosi. Preme qualche bottone e fa partire una musica ritmata, Tolosa danza un flamenco.
-Come sei magra, figlia mia, le dice facendo scorrere le dita leggere sul suo corpo, fino ad accarezzarle la pelvi, la sua pelliccia fulva. Quanto pesi?
- Cinquantadue.
- Per centimetri?
- Centosettantacinque.
- Molto bene, cara. Vieni qui.
Le due donne si abbracciano, si baciano e rimangono attaccate per un po'. Tia è passionale, Tolosa risponde.
- Molto bene sussurra Tia con voce più grave.
Ora il tono è di congedo per Miguel, che ha guardato senza stupore le due donne. Gli viene servita una tortilla e del vino rosso nella solitudine del cortile. Dopo un po' le zanzare lo convincono a ritirarsi sotto la sua zanzariera.
Le donne sono scomparse. Passione.
Nella notte si sente solo il rumore dei dadi di due vecchi beduini che giocano a tric trac.
In quei giorni, Miguel porta e vende al mercato gli ortaggi della fazenda, mentre Tolosa si dedica al lato più lucrativo del loro sodalizio. La leggendaria bellezza mostrata una sola volta ha incendiato la curiosità di un gran numero di persone, uomini ma anche alcune donne. Agli uomini lungo la strada basta vedere la figurina azzurra per sapere che l'alcova è aperta e la notizia si è sparsa. Le donne sono incuriosite, forse invidiose, in genere malevole, ma sono loro a veicolarla. Sul balcone di Tia il burqa azzurro sventola.
Tutti in campagna, vedendo arrivare la vergine, sanno che ancora non è tempo di prenotarsi.
-Marcel? Quanto tempo. Come stai? Si, vediamo, per te giovedì alle 16. Due ore. Vieni un po' prima e vienimi a salutare, mi raccomando.
-Ètienne? Non. Pas du tout. Elle est toute prise. Tu te trompes. Bonjour.
-Paul? Oui, le chauffage. Jeudi à 19 heures, ça irai? Toute la nuit? Ça va te faire 3200 et consommations. Tu as bien compris: Trois mille deux cents. Souper et petit déjeuner inclus, comme toujours. Je vous conseille la tortue. Non, moi non inclue. Je viens vous dire bonsoir de toute façon.
E così l'agenda è fissata per le prossime due settimane. Tia ha già una lista per il primo giorno successivo, sui 12.000 euro, e stabilisce i tempi giusti per Tolosa, con calcolo accurato delle fasi lunari. Fa molta attenzione agli appuntamenti, prendendoli nei migliori ristoranti, con la camera di albergo già prenotata e pulitissima. Gli albergatori la conoscono e sanno che è rigorosa, intransigente, e che paga sempre in anticipo.
Tia parla con Tolosa. Miguel ascolta.
- È un incrocio, a quindici chilometri. A sinistra vai a Bordeaux, l'estuario, il porto. I guasconi, i cugini francesi del Quixote. Cyrano. Buoni affari con loro. Vai a destra: Carcassonne, Montpellier, la spiaggia di Séte, Marseille, Nice, la méditérranée. Anche qui buoni affari. Puoi seguire il Canal du Midi. Ci sono le pénichettes. Miguel con l'asino, tu a bordo.
- E se si va dritto? Chiede Miguel al suo modo legnoso.
- Tout droit tu vas à Alby. Le massacre. Oppure resti qui. Qui c'è tutto e soprattutto ci sono io.
- Andiamo al Canal du Midì, dice Tolosa con allegria.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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